Il Museo della ceramica di Cutrofiano è stato istituito nel 1985 per raccogliere e conservare le terrecotte tradizionali prodotte in passato dagli artigiani locali.

Cutrofiano infatti rappresenta un centro di produzione ceramica di antica origine e attivo tuttora. Il Museo, nato dunque come mera esposizione di un numero limitato di oggetti d’uso, ha ben presto arricchito le proprie collezioni, grazie ad acquisti e donazioni, accogliendo materiali provenienti da tutta la Puglia ed anche da altri centri italiani.Sin dalla sua istituzione il Museo ha convissuto con la Biblioteca comunale, che nel tempo si è dotata di una consistente sezione dedicata agli studi sulla ceramica. 

Il Museo è attualmente collocato nella sede dell’ex Municipio, al centro del paese, ma è previsto il suo trasferimento nel vicino Palazzo ducale, ora in restauro. Tuttavia anche nella attuale sede viene garantita la visibilità di gran parte dei materiali in collezione e la piene fruibilità, essendo i locali aperti al pubblico tutti i giorni, eccetto i festivi.

Il percorso del Museo si svolge seguendo una linea cronologica che va dalla preistoria ai giorni nostri, articolandosi in quattro sezioni:

- Sezione archeologica: raccoglie ceramica preistorica, messapica, romana, medievale e  postmedievale. Per quanto riguarda le fasi più antiche si tratta di materiali in gran parte frammentari  recuperati nel corso di lavori occasionali e provenienti principalmente dal territorio di Cutrofiano, ma anche da latri centri vicini. Risulta evidente come già dal medioevo Cutrofiano rappresentasse un centro di produzione molto sviluppato anche nella produzione di oggetti invetriati di notevole pregio, tanto che un tipo di ciotola decorata con foglie lanceolate contrapposte è stato denominato “Tipo Cutrofiano”

- Sezione tecnologica: raccoglie attrezzi e strumenti utilizzati nella lavorazione della terracotta e provenienti da botteghe che hanno cessato nel tempo la loro attività. Vanno dal tornio per la modellazione dei vasi, alla pila per la preparazione degli smalti, i pennelli realizzati dagli stessi figuli per decorare, forconi e altri strumenti necessari nella fase di cottura dei vasi stessi.

- Sezione storico-artistica: raccoglie ceramiche dipinte e maioliche prodotte fra ‘600 e ‘800, provenienti da vari centri pugliesi e dell’Italia meridionale. Si tratta di brocche, piatti, catini, mattonelle votive, albarelli acquasantiere ecc. Oltre alla migliore produzione locale, è ben documentata quella di Grottaglie, relativa sopratutto al XIX secolo, ma sono presenti anche alcuni pezzi notevoli di Laterza, centro ormai riconosciuto fra i più rinomati dell’Italia meridionale.

- Sezione antropologica: raccoglie un numero notevole di oggetti di uso quotidiano, sia grezzi che invetriati, quasi tutti di produzione locale.Si tratta di oggetti in uso fino a pochi decenni fa, fino a quando la terracotta non ha perso del tutto la sua funzione per l’immissione sul mercato dei prodotti realizzati con materie plastiche, molto più leggeri e resistenti, ma in grado di competere anche sul piano dell’economicità, che fino a quel momento aveva rappresentato il punto di forza della terracotta. Di questi oggetti colpisce anzitutto la grande varietà di forme, che corrisponde alla molteplicità di funzioni svolte. Rispetto alla ceramica cosiddetta colta, che si distingue per la cura e la ricchezza decorativa a fronte di una limitata varietà morfologica, nella ceramica d’uso le forme sono svariate,  perchè  rispondono alle innumerevoli esigenze della società contadina. Si tratta di pentole, teglie, zuppiere, piatti, pestelli, boccali, vasi per la conservazione delle derrate, brocche, bacinelle, lucerne ecc.      Oltre alla esposizione di questi oggetti per contesto e tipologia, si è anche proceduto ad una ricostruzione dei contesti in cui gli oggetti erano impiegati. Si incontrano così il focolare, la stanza da letto e gli altri ambienti della casa. La ricostruzione della facciata di una casa tradizionale segna il passaggio dalla città alla campagna. Seguono quindi i contesti della cantina del frantoio ecc. Lungo le pareti della sala, in corrispondenza dei singoli contesti, c’è un apparato fotografico utile ad orientare il visitatore. Di recente il Museo si è arricchito di una collezione di fischietti provenienti da diverse regioni d’Italia e da varie parti del mondo,  donata dal sig. Mario Briosi (maggiori approfondimenti su questo punto sono disponibili nella sezione del sito dedicata alla collezione Briosi stessa).